mercoledì 19 marzo 2014

COM’E’ PROFONDO IL MARE

Dott.ssa Silvia Ferretti



Da poco più di due anni è scomparso Lucio Dalla, e credo sia capitato a tutti di ascoltare (forse qualcuno con un pizzico di malinconia) alcune delle sue canzoni che la  televisione o la radio in questo periodo hanno riproposto, e che ritengo facciano parte di quel gruppo di canzoni “eterne ed intramontabili”, che si continueranno ad ascoltare, le cui note sono sulle bocche di tutte le generazioni. 
Nel 1977 Lucio Dalla scrive uno dei testi più profondi che siano mai stati scritti,  direi uno dei testi “più psicoanalitici che esista”. Partendo dalla propria storia con un chiaro riferimento autobiografico del “babbo gran cacciatore di quaglie e di fagiani”, scrive la storia del mondo che ha avuto origine dal mare, e soprattutto la storia dell’umanità che sta piegando, distruggendo, uccidendo il mare. La canzone scorre e Dalla vi naviga, sollecitando e spronando il mondo all’amore e all’emancipazione, cantando quanto sia difficile vivere tra le prepotenze, nella povertà, tra le prevaricazioni; di fronte a tutto ciò, il mare sembra essere un profondo nascondiglio, un riparo, un luogo sicuro, dove forse si può pensare liberamente, dove si possono ritrovare speranza e coraggio, forse, si può azzardare, la profondità della propria personalità, della propria intimità.
Lucio Dalla scrive questa canzone ben 30 anni fa, eppure appare ancora tanto attuale. Il brano narra la storia del mondo (impresa piuttosto ardua!), un mondo costellato dalla violenza, una violenza rivolta soprattutto al pensiero, alle idee, dunque al mare. La metafora che utilizza Dalla, dal sapore psicologico ed ancor più precisamente psicoanalitico, appare assolutamente calzante e profonda.



Il mare, l’acqua,  in psicoanalisi occupano un posto fondamentale: Freud e Jung, ad esempio affidano una grande importanza all’ “elemento acqua”, essendo l’acqua materna il primo contatto con la vita. Secondo Jung, l’accostamento tra immagine materna ed acqua attribuisce a quest’ultima peculiarità quasi magiche, tipiche della madre: dare la vita, appunto, attraverso l’acqua. Freud spiega come l’acqua sia, nel nostro inconscio, essenzialmente un simbolo della vita. In una delle sue opere principali, “L’interpretazione dei sogni” (1899), Freud, analizzando i sogni dei suoi pazienti chiarisce come sognare di immergersi nell’acqua sia un simbolo di nascita.
 Anche senza scomodare il padre della psicanalisi, in generale sognare di immergersi nelle acque suggerisce il bisogno di lasciarsi andare alle emozioni ed una profonda necessità di cambiamento. Quel cambiamento che cantava e che auspicava Dalla, nonostante la canzone sia un mix di vari significati dato anche il periodo politico e sociale in cui la scriveva, un cambiamento sicuramente difficile perché il pensiero come l’oceano non lo puoi bloccare.

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