Un film di Spike Jonze (2013) con Joaquin Phoenix, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde.
Una fotografia straordinaria quella di Hoyte Van Hoytema, dai colori caldi (e tanto rosso!), che funge letteralmente da ‘padrona di casa’ nel lungometraggio ‘Her - Lei’, di Spike Jonze: un film poetico, emotivamente ricco, fatto di poche linee essenziali, realizzato grazie all’espressività dell’incredibile volto di Joaquin Phoenix e alla voce femminile, nella pellicola italiana interpretata da un'accattivante Micaela Ramazzotti. ‘Her’ ha vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale.
Il film è ambientato in un futuro non troppo lontano, nel quale le nuove tecnologie sono al centro dell’esistenza umana: tutti gli individui vivono quasi sempre con un micro-auricolare wireless infilato nell’orecchio e conversano costantemente con i loro cellulari iper-tecnologici che sbrigano qualsiasi tipo di incombenza per i loro proprietari, lavorativa e non.
Theodore Twombly è un introverso e solitario collaboratore di una bizzarra agenzia nella quale è incaricato di scrivere lettere piene di affetto e sentimento per conto di terzi: la sua vita, al contrario, è molto scarna, Theodore infatti sta divorziando - suo malgrado - da una donna che ama ancora, bella, giovane ma perennemente insoddisfatta di sé. Theodore non ha quasi nessuna relazione amicale se non con un paio di colleghi e trascorre quasi tutta la vita davanti ad uno schermo (cellulare, computer). Quando torna a casa, suoi compagni fedeli sono il letto matrimoniale e un videogioco straordinariamente realistico nel quale si tuffa a capofitto per evadere dalle sue inconsistenti giornate. Una sera, per cercare un po’ di libidica distrazione, entra in una chat erotica bizzarramente perversa, ma nemmeno qui riesce a trovare un po’ di divertimento: dopo un buon inizio, la ‘lei’ di turno lo usa quasi come fosse un oggetto e lo scarica telefonicamente, riagganciando post-orgasmo e mollando il nostro anti-eroe incredulo ma soprattutto inappagato. Un’altra volta, accetta un appuntamento al buio proposto da amici: la donna che incontra è stupenda ma la sconosciuta si dimostra troppo ansiosa di definire un legame, cosa che naturalmente spaventa, scoraggia e mette in fuga il protagonista.
Un bel giorno Theodore decide di acquistare un nuovo sistema operativo e sceglie di optare per una voce di sesso femminile. Fin da subito, Samantha si mostra molto più di una sintesi vocale e, con voce suadente, lo induce immediatamente a flirtare con lei. Samantha si rivela attenta, affettuosa, smaniosa di condividere con lui stati d’animo per i quali non è stata programmata: è persino gelosa quando Theodore deve incontrare la ex moglie per concretizzare il divorzio, ma sa anche essere romantica, ‘passionale’, incredibilmente umana, ‘troppo umana’.
S. - ‘Che hai??’
T. - ‘Niente …’
S. - ‘Ti sento distratto … Non è un buon momento??’
Samantha lo accompagna ovunque lui desideri: Theodore la infila in un taschino della camicia in modo da poter condividere con lei il parco giochi, la scampagnata con gli amici, la fase di addormentamento serale, le gratificazioni lavorative, i momenti di giocosa, buffonesca ilarità.
Dopo la fase iniziale di cautela sentimentale, superate le ragionevoli perplessità, Theodore si lascia completamente andare: è ‘Lei’ (‘Her’) la sua compagna, la donna ideale, l’unica che si attagli perfettamente alle sue abitudini, al suo carattere scontroso, a volte irascibile e difficile da decifrare. Samantha lo comprende, sa vedere in lui l’uomo sensibile, fragile, fondamentalmente buono, il dolce sognatore che è. Ormai ‘Lei’ è la sua partner ufficiale.
Gli altri lo trovano diverso e gli fanno domande: come comunicare al mondo questa ‘strana’ relazione? Theodore è spaventato ma allo stesso tempo muore dal desiderio di presentarla a tutti: e lo fa. La collega incuriosita lo investe di domande: - ‘Stai con un OS?? Davverooo??? E com’è?!? Fate sesso? Ti stai innamorando di lei?’. La ex moglie, sconcertata e ferita, lo offende davanti ad una cameriera: - ‘Il mio ex marito ha preferito il suo portatile a me!!!’.
Theodore è innamorato, ha riscoperto la passione amorosa e non può certo ragionare con il cervello: - ‘È tutto fantastico! … è bello stare con una persona che si emoziona per la vita!’
Come è ovvio, questa spuria relazione sentimentale tra l’essere umano e il computer è tragicamente impossibile da realizzare. Tra le altre cose, incredibile a dirsi, Theodore non è l’unico ad aver trasformato l’amore in un surrogato tecnologico: il protagonista si accorge che pian piano molti, come lui, hanno intrecciato una intensa relazione con questi sistemi operativi … e quindi la sua storia non è poi così straordinaria come aveva immaginato che fosse. Come fanno gli esseri umani, completamente invischiati in questi pseudo-legami, a trovare piena soddisfazione in rapporti elettronici, dal sapore di bit? Lascio a voi la conclusione di questa favola comico-dolce-amara e la visione del film. Buon viaggio!